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Rivo Tano Vezzanico: Cantautore italiano che esplora le profondità della vita con una musica poetica ed evocativa

Rivo Tano Vezzanico, giovane e introspettivo cantautore italiano nato nel 2006, crea musica che scava nelle complessità della vita e della condizione umana. Cresciuto in una piccola città dove la creatività prosperava, Rivo ha trovato conforto ed espressione attraverso la musica fin da giovane. Influenzato da artisti iconici come Lucio Dalla, Battiato e De André, intreccia testi simbolici e melodie evocative per creare quello che lui chiama “cantautorato onirico”, un genere che getta un ponte tra realtà e sogno.

Il suo singolo di debutto, “La Murena”, è un viaggio metaforico nelle profondità dell’esistenza, che esplora i temi dell’istinto, della consapevolezza e della tensione tra vita e sopravvivenza. Attualmente al lavoro sul suo album di debutto, Rivo si propone di entrare in contatto con gli ascoltatori riflettendo le esperienze condivise di paura, meraviglia e ricerca di significato. Con una voce artistica matura che va oltre i suoi anni, Rivo vede la sua musica non solo come canzoni, ma come specchi in cui gli altri possono trovare pezzi di se stessi.

https://youtu.be/LPiCMioSYHc?feature=shared

Tell us about yourself, who are you and where do you come from?

Mi chiamo Rivo Tano Vezzanico, classe 2006, nato e cresciuto in un piccolo paese dove il tempo sembra scorrere più lentamente, ma la creatività non si ferma mai. Sin da piccolo, ho avuto un rapporto complicato con la realtà: la guardavo, la ascoltavo, ma non mi bastava. Dovevo trasformarla in qualcosa di più… diciamo, musicale.La mia storia è quella di tanti, fatta di sere passate a suonare, di note stonate che diventano canzoni, di sogni ad occhi aperti in mezzo a una periferia che a volte sembra non ascoltarti. Ma alla fine, il segreto è questo: continuare a cantare, anche quando nessuno sembra sentire.Il mio primo singolo, “La Murena”, non è una di quelle canzoni d’amore che senti alla radio ogni giorno. No, è più un tuffo nel mare profondo, dove i pensieri si mischiano alle correnti e non sai mai se ti troverai a nuotare o a lottare per respirare. Ma la vita è così, no? Un continuo oscillare tra il cercare di capire e il lasciarsi andare.Qual è il mio obiettivo? Beh, non è quello di diventare famoso. Se poi succede, non mi lamento! Voglio semplicemente raccontare storie, mie o di chiunque voglia ascoltare. E se nel farlo riesco a far riflettere qualcuno o a strappargli un sorriso in mezzo alla burrasca, allora posso dire di aver fatto il mio lavoro.Per adesso, navigo tra le parole e le melodie, costruendo il mio album di debutto, un mosaico di pensieri e suoni che spero possa dire qualcosa a chi si troverà ad ascoltarlo.

How was your passion for music born? Who are your idols?

La mia passione per la musica è nata in modo naturale, direi quasi inevitabile. Sono cresciuto circondato da suoni, parole e melodie che sembravano avere vita propria. Non c’è stato un momento preciso in cui ho deciso che la musica sarebbe stata la mia strada, è come se fosse sempre stata lì, ad aspettarmi. Forse è stata la noia di un pomeriggio invernale, forse una canzone ascoltata distrattamente alla radio, ma a un certo punto ho capito che la musica era il mio modo di dialogare con il mondo. Per quanto riguarda i miei idoli, ho sempre ammirato quelli che hanno saputo trasformare la loro unicità in forza. Lucio Dalla è uno dei miei punti di riferimento principali, non solo per la sua musica straordinaria, ma per la sua capacità di raccontare storie umane con una delicatezza e un’ironia ineguagliabili. Lui sapeva cogliere l’essenza della vita, fatta di contraddizioni e bellezza nascosta, e lo faceva senza mai prendersi troppo sul serio. Poi ci sono artisti come Battiato, Rino Gaetano, De André, Graziani e altri che con le parole ti fanno vedere mondi che non avresti mai immaginato, e Tom Waits per l’estero, che ti trascina in un universo fatto di personaggi sgangherati e notti insonni. Sono affascinato da chi sa rendere universale ciò che sembra personale, da chi usa la musica come strumento per scavare nel profondo dell’anima.

What kind of music do you do?

Il mio genere di musica? Difficile da definire, sai. Non perché voglia evitare le etichette – che poi a volte sono pure comode – ma perché la musica per me è un po’ come la vita: non segue mai una linea retta. È fatta di curve, di deviazioni improvvise, di momenti di pausa e di improvvise accelerazioni. Se proprio dovessi darti un’etichetta, ti direi che la mia musica è una sorta di “cantautorato onirico”. Sì, perché cerco sempre di raccontare delle storie, di quelle che ti portano via, che ti fanno viaggiare. Ma allo stesso tempo, mi piace restare sospeso tra realtà e sogno, tra il qui e l’altrove. Non ti troverai mai davanti a una semplice canzone d’amore o a un brano che parla solo di ciò che accade fuori dalla finestra. Cerco sempre quel qualcosa in più, quel dettaglio nascosto, quella nota che vibra nel silenzio. Non ti prometto ritornelli facili o melodie che ti restano in testa al primo ascolto. Però, se ti prendi il tempo di ascoltare, se lasci che la mia musica ti avvolga, forse troverai un mondo in cui ti riconosci, anche se non te lo aspettavi. Sono affascinato dai suoni che raccontano, dalle melodie che sanno parlare anche senza parole. C’è un po’ di blues, un po’ di jazz, un po’ di quella malinconia leggera che ti accompagna quando il giorno finisce e la notte non è ancora iniziata davvero. C’è l’elettricità della città e il silenzio della periferia. C’è il mare, con i suoi misteri, e il cielo, con i suoi infiniti “chissà”. Insomma, non so se la mia musica ha un nome preciso, ma so che ha un’anima. Ed è un’anima che cerca sempre, che non si ferma mai, proprio come le onde.

What is the most important song for you? What message do you want to convey to the listener?

La canzone più importante per me, al momento, è sicuramente “La Murena”. È un brano a cui sono particolarmente legato, perché rappresenta il primo vero tuffo in questo mare musicale che sto navigando. È nata da una riflessione profonda, forse anche un po’ misteriosa, sul nostro essere sospesi tra consapevolezza e istinto, tra la paura e il lasciarsi andare. La murena, in questo caso, diventa un simbolo di come viviamo la vita: nascosti in una tana di pensieri, sfuggendo ai pericoli, ma al contempo lasciandoci trasportare dalle correnti. Il messaggio che voglio dare con questo brano, e con la mia musica in generale, è che non siamo mai del tutto al sicuro, ma neanche completamente perduti. C’è sempre quella tensione tra il vivere e il sopravvivere, tra il cercare di capire e il lasciarsi sorprendere. La mia musica vuole essere una sorta di specchio, uno spazio in cui chi ascolta può trovare frammenti di sé, riconoscere le proprie paure, le proprie domande e, perché no, anche qualche risposta. Sto registrando il mio primo album, e posso già dirti che ci saranno tante altre canzoni, ognuna con una propria voce e un proprio messaggio. Ognuna di loro racconterà una storia, un piccolo frammento di vita che, spero, possa parlare anche a chi l’ascolterà. Non mi interessa dare lezioni, ma voglio offrire spunti di riflessione, aprire finestre su mondi interiori che magari non sempre abbiamo il coraggio di esplorare.

Why should a listener who doesn’t know you listen to your music?

Se fossi un ascoltatore, vorrei sentire una musica che mi sorprenda. Non voglio qualcosa che già conosco, ma nemmeno qualcosa che mi faccia sentire perso. Cerco una musica che mi faccia camminare su un filo sottile, dove posso riconoscermi ma anche scoprire un angolo di me stesso che non avevo mai visto. Vorrei sentire una canzone che mi parli senza gridare, che mi sussurri una verità nascosta, ma senza darmi l’impressione che sia definitiva. Mi piacerebbe ascoltare brani che mi portino lontano, senza farmi perdere l’equilibrio, magari con melodie che siano un po’ nostalgiche ma che sappiano anche farmi sorridere quando meno me l’aspetto. Cosa mi aspetto da una canzone? Forse vorrei che fosse un viaggio. Un viaggio breve, magari, di quelli che puoi fare in pochi minuti, ma che ti lasciano addosso quella sensazione di aver vissuto qualcosa di importante. Vorrei una musica che mi faccia vedere i colori delle parole, che sappia essere leggera ma non superficiale, intensa ma non pesante. E poi, vorrei una musica che mi lasci spazio. Che mi permetta di pensare, di immaginare, senza riempire ogni angolo del mio silenzio. Una musica che non mi dica tutto, ma che mi lasci qualcosa da scoprire da solo, magari anche molto tempo dopo che l’ho ascoltata per la prima volta.

What are your future projects? Where do you see yourself 5 years from now?

Tra cinque anni, quando avrò 23 anni anagraficamente (e magari qualcuno in più nell’anima), mi vedo ancora a fare musica, ma con qualche nota e qualche esperienza in più addosso. Mi immagino di aver pubblicato il mio primo album, e magari il secondo. Vorrei che la mia musica fosse arrivata a toccare un po’ più di persone, non tanto per la fama, quanto per la connessione che può creare. Mi vedo a scrivere ancora storie, a suonare dal vivo in posti che non mi sarei mai aspettato di raggiungere, dove la gente si ritrova sotto lo stesso cielo per condividere qualcosa che va oltre le parole. Mi piacerebbe continuare a sperimentare, a esplorare nuovi suoni, nuovi modi di raccontare. Non voglio fermarmi mai, né rimanere incastrato in un solo genere o in una sola direzione. I miei futuri progetti? Continuare a crescere, come artista e come persona. Vorrei collaborare con altri musicisti, scoprire nuovi mondi attraverso le loro storie, le loro note. Magari portare la mia musica oltre i confini dell’Italia, perché credo che certe emozioni, certe verità, possano essere comprese da chiunque, ovunque. Tra cinque anni spero di guardare indietro e vedere un percorso ricco di incontri, di concerti, di canzoni che non solo ho scritto, ma che hanno fatto compagnia a qualcuno in un momento importante della sua vita. Ma soprattutto, spero di continuare a sorprendermi, perché se c’è una cosa che voglio tenere stretta, è la capacità di stupirmi, sia della vita che della musica.

Tell our readers a funny episode that happened in your career as an artist.

Beh, nonostante abbia iniziato ufficialmente solo tre giorni fa, qualcosa di curioso è già successo! Appena pubblicato il mio primo singolo, “La Murena”, ho ricevuto un messaggio da un vecchio amico che non sentivo da anni. Mi ha scritto dicendo che si è sempre immaginato che sarei diventato un cantante, anche se ai tempi delle medie non avevo mai cantato seriamente nemmeno una volta davanti a lui! È stato surreale, perché in realtà non avevo mai parlato apertamente del mio sogno di fare musica, neanche con le persone più vicine. Eppure, sembra che in qualche modo la mia passione fosse già evidente, anche se io non me ne rendevo conto. È come se la musica fosse stata lì, nascosta sotto la superficie, e solo ora avessi trovato il coraggio di tirarla fuori. Questo episodio mi ha fatto riflettere su quanto a volte la nostra strada sia già tracciata, anche se non ce ne rendiamo conto subito.

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